14 Giugno 2025

Stefano Minnucci

Justin Engel, il prodigio tedesco che sogna l’erba di Wimbledon

Stadio Weissenhof, quarti di finale del Boss Open. Il tabellone recita 7‑6 6‑3: Justin Engel saluta il torneo dopo aver perso contro Félix Auger‑Aliassime, ma lo fa tra gli applausi di casa. Solo 24 ore prima, il ragazzo in maglia nera che non ha ancora il diritto di guidare da solo – 17 anni e otto mesi – aveva mandato in visibilio la tribuna infilando 32 prime su 32 nel 6‑4 6‑4 contro Alex Michelsen, con un dritto valutato 9,9/10 dall’algoritmo Shot Quality dell’ATP. L’arena di Stoccarda e il movimento tedesco in generale hanno comunque trovato un nuovo idolo?

Dalla Baviera al primo titolo ITF

Nato a Norimberga il 1° ottobre 2007, Engel cresce tra i campi in cemento del club di famiglia, affiancato dal padre‑coach Horst. A 14 anni alterna racchetta e guantoni: la passione per la kick‑boxing modella una struttura muscolare esplosiva, decisiva oggi nei recuperi in scivolata laterale. Nel 2023, a Villach, diventa il più giovane tedesco dai tempi di Boris Becker a vincere un titolo ITF; l’anno dopo, al Challenger di Karlsruhe, centra la prima vittoria su un top‑150 (Pierre‑Hugues Herbert) e strappa una wild card per l’ATP 250 di Almaty, dove batte il coetaneo Coleman Wong guadagnandosi i titoli dei quotidiani asiatici.

Il salto sull’erba

Fino a poche settimane fa Engel non aveva mai giocato un match professionistico sul verde. Eppure a Stoccarda, complice il ritiro last‑minute di Struff, entra in tabellone e fa saltare il banco: prima regola James Duckworth con 32 vincenti, poi domina Michelsen senza cedere un singolo punto sulla prima di servizio, dimostrando di avere una buona confidenza col gioco a rete. A fermarne la corsa ci pensa Félix Auger‑Aliassime, ma il bottino di punti lo proietta al n.235 ATP.

«Il rimbalzo basso mi piace, posso appiattire il dritto e venire a rete», racconta con un sorriso disarmante. Il suo tennis combina una prima piatta oltre i 210 km/h, un rovescio bimane penetrante e una mobilità da light‑weight: eredità delle sessioni di kick‑boxing che, confessa, «mi danno disciplina e rapidità di piedi».

«Quando batto la prima e sento il boato del pubblico, capisco che sto vivendo il mio sogno» – Justin Engel

Il parere di Kohlschreiber

A guidarne la transizione verso il circuito maggiore c’è anche Philipp Kohlschreiber, ex n. 17 e guru della tecnica. «Justin ha la cosa che non si insegna: il timing», spiega l’ex campione di Monaco. «Sul cemento può ancora variare di più con lo slice, ma sull’erba sembra nato per il serve&forehand». Il calendario 2025 prevede tre Challenger su erba – Ilkley, Nottingham, Poznań – prima del grande salto nelle qualificazioni di Wimbledon.

«Justin ha la cosa che non si insegna: il timing» – Philipp Kohlschreiber

Dietro le orme di Nadal e Djokovic

Per quanto riguarda la resilienza mentale, il giovane Engel è attratto dalla coppia di campioni che hanno ispirato tantissimi bambini a inseguire i propri sogni nel mondo del tennis. “È stato davvero speciale vedere la potenza che porta in campo Nadal”, ha detto recentemente. Anche l’atletismo di Novak Djokovic ha lasciato un segno su Engel, così come il suo modo di trattare il corpo come un tempio. “Ho comprato il suo libro su cosa mangia e tutto il resto, vorrei fare anche io come lui”, ha detto in un’intervista su Tennis.com.

Prospettive e incognite

Con 1,88 m di altezza e un corpo ancora in evoluzione, Engel dovrà gestire i carichi per evitare l’effetto burn‑out che colpì il connazionale Daniel Altmaier. Il team medico della DTB ha programmato picchi di attività seguiti da micro‑periodi di recupero attivo, puntando a un ingresso nei top 100 entro fine 2026. Un obiettivo credibile se manterrà la percentuale di punti vinti con la prima (statisticamente superiore al 78 % in stagione) e se imparerà a leggere i momenti chiave nei set lunghi.

La cartolina dallo Stuttgart Open potrebbe essere solo l’inizio. Engel è il secondo teenager di sempre, dopo Nadal, ad aver già vinto incontri ATP su terra, cemento ed erba. Nella Germania post‑Becker e post‑Zverev il vuoto di carisma era palpabile; in una serata di giugno è bastato il boato di 31 prime vincenti per accendere una nuova fiamma.

Se il futuro appartiene a chi osa, Justin Engel ha già dimostrato di non temere le grandi scene. Prossima fermata: le qualificazioni di Wimbledon. Con un dritto da 9,9 e una mente temprata sul ring, chissà dove potrà arrivare.