Musetti a Montecarlo

14 Aprile 2025

Stefano Cagelli

Musetti è diventato grande?

Quella appena passata è stata per Lorenzo Musetti probabilmente la miglior settimana da quando è professionista, paragonabile forse solo a quando all’Atp 500 di Amburgo riuscì ad arrivare fino in fondo e vincere il torneo. Questa volta il sogno si è fermato davanti al muro Alcaraz (che invece batté nella finale tedesca) e alle fatiche fisiche che ne hanno fiaccato la brillantezza proprio sul più bello. La finale di Montecarlo lo proietta a tutti gli effetti a ridosso dei più grandi: da oggi, infatti, è numero 11 del mondo, l’agognata top-10 è a un passo.

Ma che torneo è stato quello di Lorenzo? Intanto va detto che l’unico match in cui non ha perso un set è stato l’ottavo di finale vinto d’autorità contro un Matteo Berrettini insolitamente scarico. Al netto della finale, per cui vale un discorso a sé, tutti gli altri match sono stati vinti in rimonta. Un dato che fa pensare ad una difficoltà nell’approccio del match, dato che dopo il 4-6 al primo turno contro il cinese Bu, sono arrivati degli 1-6 in serie contro Lehecka, Tsitsipas e De Minaur.

Il fatto che però Musetti sia riuscito a ribaltare tutte queste partite ci dice molto sia a livello mentale, che a livello di gioco. E’ infatti fin troppo scontato sottolineare una rinnovata attitudine a restare dentro il match anche dopo un avvio difficile, cosa che fino a qualche tempo fa sembrava impensabile. Lui stesso ha rimarcato più volte questo cambio di passo, questa nuova voglia (e capacità) di lottare, anche quando le cose si mettono male. E poi va detto che a livello di gioco, fare punto a questo Musetti – con il suo sterminato bagaglio tecnico – è tutt’altro che semplice e quando gli avversari perdono freschezza, nel corso del match, ne pagano le conseguenze. La sensazione, che solo il campo potrà confermare nei prossimi tornei, è che Lorenzo stia imparando a gestire meglio il suo talento e metterlo finalmente a disposizione del suo gioco. Se riuscirà a ottimizzare ulteriormente tutto questo, le sue prospettive non hanno limiti.

Intanto, come detto, si gode questa settimana e il best ranking alla posizione numero 11. Qualche rimpianto per come è andata la finale rimane. L’approccio, in questo caso, era stato perfetto. Dopo un primo set in cui ha domato un Alcaraz falloso e distratto, però, da una parte è subentrata la fatica, dall’altra lo spagnolo è salito in cattedra. Il 3-6, 6-1, 6-0 finale è troppo severo ma tutt’altro che demotivante. Le attenuanti, del resto, non mancano. Musetti ha finito la sua battaglia in semifinale con De Minaur sabato sera alle 20 e il giorno dopo la finale è stata anticipata, causa meteo, alle 12. Troppo poco tempo per ricaricare al meglio le batterie fisiche e mentali. Nessun alibi (non li ha cercati neanche lui) ma il contesto era tutt’altro che agevole per un giocatore che non è ancora del tutto abituato a giocare partite di questo livello.

Fisiologico il forfait a Barcellona, ora il focus è puntato su Madrid – dove le condizioni ambientali non sono favorevoli per lui – e, soprattutto, su Roma e Parigi. Al termine di questa stagione sulla terra e dello swing sull’erba, dove lo scorso anno era andato alla grande, sapremo le reali ambizioni di Lorenzo per questo 2025. Sognare Torino, a questo punto, non è del tutto blasfemo.