Parigi – Ci sono giocatori che vincono, e ci sono giocatori che incantano. Stefanos Tsitsipas appartiene decisamente alla seconda categoria. Sangue greco e testa europea, il classe 1998 è una delle voci più autentiche e originali del circuito ATP, capace di coniugare filosofia, estetica e spirito competitivo come pochi altri. Al termine del suo convincente esordio al Roland Garros 2025, Tsitsipas ha parlato con passione della superficie che più lo rappresenta: la terra battuta.
“Mi considero un figlio della terra“, ha dichiarato con la consueta sincerità. Cresciuto in una zona dove i campi in terra erano l’unica opzione disponibile, Stefanos ha imparato fin da piccolo a danzare sulla superficie più esigente del tennis. “Ricordo ore e ore passate a perfezionare la tecnica dello scivolamento, a trovare la postura ideale per colpire in equilibrio dopo una lunga corsa. È qualcosa che resta dentro”.
Per Tsitsipas, la terra battuta non è solo una superficie, è una filosofia di gioco. Una tela su cui dipingere traiettorie cariche di effetto, costruire punti come un architetto costruisce una cattedrale. “Dopo un set puoi guardare la terra e vedere la mappa dei tuoi movimenti. È come un quadro impressionista“, racconta.
Eppure, il Roland Garros 2025 non lo vede tra i grandi favoriti. I suoi risultati recenti sono stati altalenanti, e le attese intorno al suo nome si sono affievolite. Ma la sua motivazione resta intatta, alimentata da un legame profondo con l’essenza del gioco. “Ogni anno serve tempo per ritrovare la confidenza con la terra. Ma una volta che il corpo si riadatta, sento di poter fare cose che su altre superfici non mi sono concesse“, ha detto.
Un elemento centrale nel suo tennis è lo slice di rovescio, un colpo che guadagna efficacia proprio sul rosso, dove la palla resta più bassa e difficile da attaccare. Ma anche il gioco di piedi, la capacità di coprire il campo scivolando con grazia, è parte della sua identità tecnica. “Scivolare sulla terra è un’arte – dice – e io cerco sempre di perfezionarla“.
In un’epoca in cui la potenza sembra aver preso il sopravvento sull’estetica, Tsitsipas rappresenta un richiamo romantico alle origini del tennis. Il suo Roland Garros è appena iniziato, ma il suo modo di viverlo è già una lezione per tutti: giocare bene è importante, ma giocare con stile è un’altra cosa.