Gigante

29 Maggio 2025

Giuseppe Canetti

Un colpo da Gigante: la strada (tortuosa) verso il successo del nome nuovo del tennis azzurro

Se glielo avessero detto qualche ora prima, non ci avrebbe creduto, forse nemmeno sperato come si evince dall’esultanza. Superare tre turni di qualificazione e battere all’esordio assoluto a Parigi il libanese Benjamin Hassan, gli sarebbe già bastato per guardare al prossimo futuro col sorriso sulle labbra. E invece, Matteo, l’ha fatta davvero grossa. Anzi, Gigante!

Perché lo scalpo è uno di quelli più prestigiosi che il circuito maggiore possa offrire. Stefanos Tsitsipas si era presentato al Roland Garros con l’obiettivo di riscattare un inizio di stagione negativo, condito da un unico lampo all’Atp 500 di Dubai (titolo). Sarà costretto a rivedere i suoi piani, il greco, che sulla terra rossa transalpina era stato finalista nel 2021. L’azzurro, ampiamente sfavorito alla vigilia, gli ha rifilato un 6-4, 5-7, 6-2, 6-4 in tre ore e nove minuti di gioco.

Roland Garros, colpo Gigante! Al terzo turno c’è Shelton

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Foto “X” Roland Garros

E chissà cosa avrà pensato Matteo, quando, non appena finito di stropicciarsi gli occhi, ha realizzato l’impresa compiuta. Probabilmente chiederà a una copisteria di realizzare un poster che l’immortala mentre dice al suo angolo “mammamia… cosa ho fatto?”. Intanto, però, all’orizzonte c’è un’altra sfida da affrontare con la stessa determinazione e, magari, con la stessa sfrontatezza mostrata mercoledì pomeriggio: ai sedicesimi sarà al cospetto di una prova complicatissima. Una montagna di muscoli che porta il nome di Ben Shelton, suo coetaneo potente ed estroso, giunto nella capitale francese da numero 13 al mondo.

Partirà ancora dietro nei pronostici Gigante, ma a questo punto ogni previsione lascia il tempo che trova. Il giovane azzurro è in fiducia e, nel recente passato, ha già dimostrato che nelle settimane in cui è “on fire” può dar fastidio a chiunque. L’americano, invece, dopo la battaglia vinta al quinto contro Lorenzo Sonego, ha staccato il pass per il terzo turno usufruendo del ritiro di Hugo Gaston. Arriverà al match più riposato, ma anche con qualche certezza in meno rispetto al tennista nostrano.

«Sono tranquillo, ognuno ha il suo percorso»

Gigante
Foto “X” Atp Tour

«Mi sento benissimo E’ stata una lotta, lui è un giocatore straordinario, ho giocato davvero bene. Ho lavorato tanto in questo mese per arrivare a mostrare calma in campo, grazie al mio team perché il lavoro sta pagando. Da due settimane qui mi sto trovando benissimo. E continuerò a starci», ha detto Matteo a margine dell’incontro.

E quanto al suo cammino: «Sono tranquillo perché ognuno ha il suo percorso. Da piccolino non ero tra i primi, ma ero sempre lì. Poi di problemi ne ho avuti, ad esempio l’infortunio nel 2021 al gomito che mi ha tenuto fermo per sei mesi, o la mononucleosi l’anno scorso. Ci saranno ancora dei momenti negativi, ma nei momenti brutti sono sempre riuscito a risalire bene e per questo mi devo dire bravo»,

Bravissimo, per quanto ci riguarda. E infatti nel nostro approfondimento sui risultati azzurri del primo turno, avevamo scritto di lui come una delle giovani leve che meriterebbe la definitiva consacrazione tra i grandi. Il classe 2002 di Casal Palocco è già da qualche anno sospeso in quel limbo sottile – ma turbolento – che divide i massimi livelli dalla cadetteria: sarà davvero arrivato il fatidico momento del salto di qualità?

La strada per la consacrazione

A tale interrogativo, soltanto il tempo – o meglio, il campo – potrà dare una risposta. Le certezze, ad oggi, sono soltanto due. La prima è che Matteo ha virtualmente guadagnato 38 posizioni nel ranking attestandosi alla piazza numero 129 della classifica live. La seconda è che l’azzurro, stavolta, ha intrapreso la strada per la consacrazione col pieno di benzina e portando con sé un bagaglio di esperienze estremamente utile.

I primi passi – Parliamo di un bagaglio che Gigante iniziò a riempire presso il circolo Eschilo 2 di Casal Palocco, il luogo dove è nato e ha svolto i suoi allenamenti per oltre quindici anni. Proprio qui Matteo è cresciuto sotto la guida del suo primo coach, Alessandro Galli, ed in compagnia del suo migliore amico Flavio Cobolli (l’unica cosa che li divide è la fede calcistica: il numero 26 al mondo tifa Roma mentre Gigante è un supporter della Juventus).

Man mano che cresceva fisicamente (oggi è alto 1.80 m), l’azzurro induriva le ossa e affinava i suoi colpi. Si avvicinava all’agognato professionismo, che poi ha raggiunto nel 2019 bagnando il debutto nei Futures con tre vittorie su quattro partite totali. Il 2020, invece, è stato l’anno della prima apparizione in un Challenger, a Bergamo, tramite un wild card concessagli dagli organizzatori.

Di lì, Gigante ha intrapreso un percorso lungo e tortuoso, in cui ha imparato a sue spese che il talento non è tutto nella vita. Non basta che la palla esca incredibilmente veloce dalle corde, non basta avere un dritto mancino straordinario e un rovescio bimane sontuoso. Non basta un tocco di qualità, né giocare bene una volée o il saper recuperare una palla in extremis. I due aspetti fondamentali nel tennis sono: la salute e la tenuta mentale.

Ebbene, nel primo caso, la dea bendata ha spesso dato buca a Matteo, che se ha subito dei rallentamenti nel suo percorso è anche a causa degli infortuni. Nel secondo caso, invece, si è trattato di un processo di maturazione che ha necessitato dei suoi tempi: del resto, non tutti possono dei fenomeni di precocità come ad esempio Jannik Sinner, Carlos Alcaraz e Holger Rune.

Verso la svolta – E quindi eccoci qui, con Gigante che ha inanellato finora 1 titolo ITF e 5 titoli Challenger (l’ultimo al Garden di Roma qualche settimana fa) tra il 2022 e questa prima parte di stagione. Matteo può vantare anche due squilli Masters 1000 agli Internazionali d’Italia 2024, dove ha sconfitto Giulio Zeppieri, e al Miami Open 2025, dove ha superato Sebastian Baez all’esordio per poi arrendersi con onore all’attuale numero quattro al mondo Taylor Fritz. A livello Slam, infine, ha fatto il suo debutto all’Australian Open di quest’anno (perdendo al primo turno), e adesso si trova a vivere una magnifica esperienza parigina.

Insomma: la strada è tracciata, la speranza è che d’ora in poi il suo cammino sarà “onda verde” e senza scomode buche ad insidiare la cavalcata.