C’è chi dopo aver lasciato il calcio si ritira a vita privata. Poi c’è Diego Forlán, uno che evidentemente non riesce a stare lontano dal campo. Che sia un prato verde o un rettangolo rosso, la sua eleganza e determinazione sono le stesse. Un passato da stella assoluta del calcio mondiale. Un presente, sorprendente e affascinante, da protagonista nel circuito ITF World Tennis Masters.
L’epopea calcistica: talento, gol e gloria
Nato a Montevideo il 19 maggio 1979, Forlán ha lo sport nel sangue. Il padre, Pablo, fu difensore della Nazionale uruguaiana e giocò nel leggendario Peñarol. Cresciuto tra palloni e racchette, Diego è a un passo dallo scegliere il tennis da ragazzo. A 16 anni, però, dopo un tragico incidente che coinvolge sua sorella, decide di dedicarsi totalmente al calcio, anche per onorare la promessa fatta al padre.
Il debutto da professionista arriva nel 1998 con l’Independiente in Argentina. Bastano 80 presenze e 37 gol per far drizzare le antenne ai club europei. Il primo a muoversi è nientemeno che Sir Alex Ferguson, che nel gennaio 2002 lo porta al Manchester United.
Tra luci e ombre a Manchester
In Inghilterra Diego vive due stagioni contrastanti. I gol non sono tantissimi (17 in 98 partite), ma alcuni sono memorabili: come la doppietta ad Anfield contro il Liverpool. Nel palmarès finiscono una Premier League, una FA Cup e un Community Shield. Non male per un incompreso.
La consacrazione in Spagna
È con il trasferimento al Villarreal, nel 2004, che esplode definitivamente: 25 gol nella sua prima stagione in Liga, Pichichi e Scarpa d’Oro europea. Fa volare il Submarino Amarillo fino alla semifinale di Champions League, scrivendo una delle pagine più belle della storia del club, ma il meglio deve ancora venire. Nel 2007 passa all’Atlético Madrid. Con i Colchoneros vive due stagioni da urlo: 32 gol nel 2008-09, secondo Pichichi e seconda Scarpa d’Oro. Nel 2010 è decisivo nella finale di Europa League vinta contro il Fulham con una doppietta e alza anche la Supercoppa UEFA. In totale con l’Atlético, mette a referto 96 reti in 198 partite.
Lungo addio al calcio
Dopo l’Atlético, Forlán gioca una stagione poco brillante con l’Inter, poi si reinventa tra Internacional (Brasile), Peñarol, Cerezo Osaka, l’esotica parentesi indiana con il Mumbai City e infine chiude nel 2018 con il Kitchee di Hong Kong, vincendo un’ultima coppa.
L’idolo di un Paese
In Nazionale, Forlán è stato ben più che un goleador: è stato simbolo, leader, anima. Ha collezionato 112 presenze e 36 gol, ma soprattutto ha guidato la Celeste in uno dei suoi momenti più luminosi degli ultimi decenni.
Indimenticabile il Mondiale 2010: Uruguay quarto, Forlán capocannoniere con 5 reti (assieme a Müller, Sneijder e Villa), e soprattutto vincitore del premio come miglior giocatore. Iconico il suo gol contro la Germania, al volo di sinistro, uno dei più belli della Coppa.
Nel 2011, il coronamento di una carriera per il suo paese: con la doppietta in finale contro il Paraguay, l’Uruguay conquista la Copa América. L’ultima grande impresa di una carriera che, per tanti versi, ha rasentato la perfezione.
La seconda vita: il richiamo della racchetta
Finita l’avventura da calciatore, Forlán non è scomparso dai radar. Dopo un breve intermezzo da allenatore e opinionista, ha deciso di rimettersi in gioco… col tennis. Non come passatempo, ma impegnandosi costantemente per riuscire a finire nei radar anche con la racchetta.
Tornato nel suo storico Carrasco Lawn Tennis Club di Montevideo, ha iniziato ad allenarsi con costanza, 4 volte a settimana. A distanza di tre decenni, la passione è tornata a bruciare forte.
Nel luglio 2023, il suo debutto ufficiale nel circuito ITF World Tennis Masters Tour, categoria Over 45. Da allora, ha già disputato cinque tornei internazionali.
Dai Futures al Master: risultati sorprendenti
A giugno 2024, Forlán ha conquistato il torneo di doppio del MT1000 di Lima, in coppia con l’amico e connazionale Alberto Brause, battendo in finale le teste di serie n.1. Nella stessa competizione, in singolare, è arrivato ai quarti. Questo risultato gli è valso l’ingresso per la prima volta nella top200 del ranking ITF in singolo e nella top100 in doppio (numero 94).
Nel febbraio 2025 ha rappresentato l’Uruguay ai Campionati Mondiali Masters in Turchia, nella categoria 45+, guidando la squadra nazionale.
Attualmente, ha un ranking ITF Masters al numero 116 e un World Tennis Number di 17.4, cifre di tutto rispetto per un ex calciatore che gioca da appena un paio di anni. Il suo best ranking, però, è al numero 91 (fine dicembre 2024).
Forlán nel circuito ATP: un sogno che si avvera
Il momento più alto? Ottobre 2024, quando riceve una wildcard per partecipare al Montevideo Challenger, torneo ATP di casa. In coppia con l’argentino Federico Coria, esce sconfitto 6-1 6-2. Il risultato, però, conta poco: il pubblico lo accoglie come un eroe, lo stadio è pieno, i riflettori sono tutti per lui. La leggenda continua, anche su un altro campo.
“È stata un’esperienza meravigliosa. Il livello è alto, ma io mi sto divertendo e voglio continuare a competere”.
Un totem sportivo senza tempo
Quello che sorprende di Diego Forlán non è solo il talento trasversale. È la mentalità. La voglia di rimettersi in gioco, di allenarsi, viaggiare, gareggiare anche senza titoli in palio. Lo vedi in campo, con la solita eleganza, adesso mancino a tennis (mentre col piede preferito era destro), capace di colpi a effetto, di letture tattiche. Non è solo un ex star che si diverte: è un agonista puro.
Il circuito ITF Masters, che raccoglie migliaia di ex giocatori senior da tutto il mondo, ha trovato in lui un ambasciatore perfetto. Uno che ha riportato curiosità e attenzione mediatica.