Quando la guerra chiude il tennis

18 Giugno 2025

Stefano Maffei

Quando la guerra ferma il tennis: tutti i casi degli ultimi anni

Il tennis, al contrario di molti altri sport, difficilmente si ferma. Non si ferma durante le festività, ha un calendario lungo tutto l’anno e, persino durante il Covid, molti tornei si sono continuati a disputare regolarmente dentro quella che veniva chiamata bolla (dove solo gli atleti, il loro staff e gli addetti ai lavori potevano accedere). Una sola cosa, purtroppo, ha fermato il tennis negli ultimi quattro anni: la guerra. Andiamo insieme a scoprire quali sono stati gli eventi capaci di cambiare permanentemente il calendario ATP, WTA, ITF e delle competizioni a squadre Billie Jean King Cup e Davis Cup.

Piccola premessa, la persona che sta scrivendo questo articolo era impegnata in eventi tennistici durante tutti gli ultimi attacchi e ha vissuto in prima persona le emozioni, le contraddizioni e le decisioni prese in tempo reale dagli organismi internazionali

L’attacco russo in Ucraina

Siamo a fine febbraio 2022. Precisamente durante il WTA1000 di Doha. Giocatori e staff impegnati al torneo, ancora svolto in quella che possiamo chiamare bolla, vengono raggiunti da una notizia che, fino a tre anni fa, sembrava qualcosa fuori dal mondo. La Russia invade l’Ucraina ed inizia la propria offensiva in territorio straniero. Siamo di fronte alla prima escalation di violenza in Europa dalla fine della guerra dei Balcani.

Tutti, in quel momento, non sanno cosa potrà esserne del proprio futuro. Si fermerà tutto lo sport? Finiremo di nuovo relegati nelle nostre città senza avere la possibilità di varcare i confini nazionali per motivi di sicurezza?

La decisione di ATP, WTA e ITF è pressoché immediata e porta alla cancellazione di ogni tipo di evento tennistico dei circuiti ufficiali (circuiti non ufficiali ancora continuano a giocare regolarmente in Russia) in Russia e in Ucraina. Gli atleti russi e bielorussi, decisione che ancora oggi fa discutere, iniziano così a giocare sotto bandiera neutra e saranno esclusi da Wimbledon. Lo scontro, oltre che interno alle organizzazioni nazionali, si sposta anche sui campi da gioco. Le strette di mano tra atleti russi, bielorussi e ucraini scompaiono, mentre popolano gli spalti le bandiere dell’Ucraina in sostegno del popolo invaso.

A due anni di distanza, purtroppo, nulla è ancora cambiato. Russia e Ucraina sono sparite dai calendari ATP, WTA e ITF e la tensione tra giocatori di queste nazioni non si sono mai assopite.

Gli attentati in Israele e la carneficina di Gaza

Passa poco più di un anno. Questa volta il tour si è spostato al WTA250 di Monastir. La notizia, arrivata all’improvviso, sconvolge tutti. Hamas colpisce Israele con centinaia di morti e la reazione israeliana va oltre ogni limite, iniziando così un vero e proprio Genocidio nella Palestina.

La Tunisia e il mondo arabo/islamico si rivoltano, con manifestazioni importanti nelle principali piazze delle città (ovviamente, anche a Tunisi e Monastir) e la tensione, inevitabilmente sale.

Il torneo a Monastir, fortunatamente, riesce a concludersi senza alcun problema e senza alcuna interruzione. Tutti i tornei in Israele, invece, vengono definitivamente cancellati.

Alcuni operatori e tennisti impegnati negli ITF in quelle settimane, infatti, sono costretti a scappare dal territorio in guerra e le difficoltà a tornare in Italia sono tante, come gli interrogativi su quando si potrà mai tornare a giocarci.

Ancora oggi, non ci sono tappe dei circuiti maggiori in Israele. I giocatori israeliani, al contrario di russi e bielorussi, possono ancora essere rappresentati dalla propria bandiera e non sono costretti a giocare sotto una nazione neutra.

L’escalation tra Israele e Iran

Adesso è arrivato il momento dell’attualità. La scorsa settimana Israele e Iran lanciano segnali importanti per un’imminente guerra. Una volta ancora, sarà il destino, il sottoscritto è a Monastir, in occasione di un ITF M25/W15. La tensione, rispetto alla volta precedente, è sicuramente minore in Tunisia e nel mondo arabo, ma le ripercussioni nel mondo del tennis non sono meno gravi.

I cieli della Giordania, infatti, vengono chiusi per evitare possibili incidenti aerei e la Billie Jean King Cup che si sarebbe dovuta ospitare questa settimana ad Amman viene definitivamente annullata.

Oltre alle nazioni impegnate ad Amman, ci sono anche problemi per paesi che avrebbero dovuto raggiungere Colombo in Sri Lanka per la Billie Jean King Cup organizzata nel sud est asiatico.