Dopo anni di attese, rovesci temporaleschi e polemiche, anche gli Internazionali d’Italia avranno finalmente il loro campo Centrale coperto. Ma servirà ancora pazienza: l’opera sarà pronta entro il 2028.
Il tennis a Roma cambia volto e amplia le sue prospettive. L’annuncio molto atteso è arrivato durante gli Internazionali BNL d’Italia 2025: il campo centrale del Foro Italico sarà dotato di una copertura retrattile.
A dire il vero già due anni fa era stata annunciata, in una conferenza stampa al termine dell’edizione 2023, la copertura del campo principale. Si diceva – parole dell’ex presidente e AD di Sport e Salute, Vito Cozzoli – che il progetto di fattibilità fosse stato aggiudicato e che entro il 2026 non ci sarebbero più stati grandi match sospesi o rinviati. Evidentemente qualcosa ha ritardato la partenza del progetto.
Oggi alla guida di Sport e Salute c’è un nuovo presidente, Marco Mezzaroma, e arriva così un nuovo annuncio: l’obiettivo è completare i lavori entro il 2028, con l’apertura dei cantieri prevista subito dopo l’edizione 2026 del torneo. Un intervento imponente, dal valore di 60 milioni di euro, destinato a trasformare non solo la fruizione dell’evento tennistico, ma anche la funzione polivalente dell’impianto per oltre 150 giorni l’anno, tra sport, spettacolo e intrattenimento.

Una priorità strategica
“Ho sempre sostenuto fino agli anni scorsi che la copertura del Centrale fosse un’opera da fare se non altro per il ritorno degli investimenti – ha commentato il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, Angelo Binaghi – Ho cambiato idea, perché mi sono reso conto anche quest’anno che per noi non è solo importante avere quei 2000 posti in più che la copertura crea, che ci renderebbero non più in deroga con l’ATP. Ma è importante anche la copertura perché il livello della nostra manifestazione e le nostre ambizioni sono talmente elevate che non è più possibile procrastinare con le scelte di questo genere”.
La copertura da un lato alleggerisce uno dei limiti strutturali, ovvero “le poche superfici coperte in caso di pioggia o di sole eccessivo” ha detto Binaghi, e “consentirà di poter utilizzare un numero importante di volumetrie che oggi in questo stato non ci sono anche per attività collaterali a quelle dell’attività sportiva”.
L’edizione di quest’anno, in effetti, ha messo ancora una volta in luce l’urgenza del tema, con un quarto di finale maschile rimandato per pioggia, qualche disagio per il pubblico. E anche tensioni: alcuni spettatori hanno cercato di forzare l’ingresso al serale per vedere Jannik Sinner che avrebbe dovuto giocare nel pomeriggio (posticipato di tre ore per pioggia). Scenari già vissuti negli anni precedenti, in un ciclo che ormai non può più essere ignorato.
Oltre all’impatto sportivo, quindi, la copertura porterà circa 2.000 posti aggiuntivi sugli spalti e nuove volumetrie da sfruttare per attività collaterali. Sarà un Centrale più funzionale, moderno e, come spiegato da Mezzaroma, anche architettonicamente rispettoso del contesto del Foro Italico: “La struttura sarà permeabile alla vista, per non spezzare la continuità visiva del complesso”.
Le tappe: lavori dopo il 2026, consegna entro il 2028
Il cronoprogramma prevede il completamento dell’iter autorizzativo entro l’autunno 2025, l’espletamento delle gare tra dicembre e aprile 2026 e l’inizio dei lavori subito dopo l’edizione 2026 del torneo. La durata prevista dei cantieri è di 18 mesi, e verranno condotti esclusivamente nei periodi in cui non si svolge la manifestazione, per evitare chiaramente interferenze con l’evento sportivo.
Roma si allinea a Madrid e Shanghai: la mappa globale delle coperture
Con questo progetto, gli Internazionali d’Italia colmano così il gap rispetto ad alcuni altri grandi tornei del circuito. Ecco la situazione attuale tra i Masters 1000:
- Madrid: copertura retrattile dal 2009 su tre campi in terra rossa.
- Shanghai: tetto mobile fin dagli anni 2000. Il Qizhong Arena ha una copertura a otto petali.
- Parigi-Bercy: torneo indoor, sempre coperto.
- Indian Wells e Miami: impianti avanzati, ma campi centrali scoperti. A Miami c’è solo copertura per il pubblico.
- Cincinnati: nessuna copertura retrattile sul centrale.
- Monte Carlo: campo centrale scoperto.
- Toronto/Montreal: strutture senza copertura, ma si stanno valutando aggiornamenti.
Negli Slam invece la copertura è ormai uno standard:
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Wimbledon, US Open e Australian Open: coperture multiple, anche sui secondi impianti.
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Roland Garros: tetto sul Philippe Chatrier attivo dal 2020. Dal 2024 anche il Suzanne Lenglen una copertura retrattile.
Oltre il tennis: un investimento culturale e strategico
Il nuovo Centrale non sarà solo una copertura contro la pioggia, ma un’infrastruttura moderna pensata per il futuro: eventi, concerti, congressi e attività permanenti capaci di generare ricavi stimati in 22 milioni di euro l’anno. Un cambio di paradigma che, finalmente, porta Roma a giocare nello stesso campo dei grandi tornei del mondo.