Jannik Sinner

13 Maggio 2025

Giuseppe Canetti

Cosa c’è dietro la trasformazione fisica di Jannik Sinner

Palline che schioccano a velocità supersonica. Punti macinati con buona fluidità di colpi, lasciando spesso l’avversario impiantato sulle gambe. Un po’ di ruggine c’è, in certe circostanze, ma era ampiamente preventivabile dopo lo stop per squalifica che l’ha costretto a tre mesi lontano delle competizioni.

Comunque proseguirà il suo cammino agli Internazionali d’Italia, Jannik Sinner porterà con sé al Roland Garros segnali incoraggianti dalla parentesi capitolina. «Ogni giorno è una sfida nuova, ma sono le sfide di cui ho bisogno per capire a che livello sono. Sarà un buon test. Al momento non sono dover vorrei essere, ma la cosa più importante è l’atteggiamento. Ce la sto mettendo tutta, poi il livello arriverà», ha dichiarato il numero uno al mondo, in vista della partita di ottavi contro Francisco Cerundolo.

Come dicevamo, al netto delle alte pretese che Jannik ha da se stesso, la sensazione è che il classe 2001 tirolese stia trovando rapidamente brillantezza match dopo match. Ma oltre a questo, c’è un aspetto che addice al prossimo futuro sfumature ancora più rosee: la sua trasformazione fisica, che da gennaio ad oggi sembrerebbe aver vissuto un’accelerata significativa.

Ecco il “Sinner 3.0”, la trasformazione fisica è completa

Già da qualche tempo del giovane gracilino di belle speranze che all’inizio del 2019 cominciava a farsi largo nel circuito maggiore, era rimasto soltanto lo spiccato talento. L’azzurro, contestualmente all’avanzare anagrafico, era cresciuto in altezza – da 1.88 e 1.91 metri – e aveva sviluppato muscoli e resistenza, avvicinandosi sempre di più a quelle dimensioni che, nel tennis di oggi, fanno tutta la differenza del mondo.

Man mano che arrivavano i progressi, infatti, Jannik riusciva a giocare sempre più partite, e quindi a vincerne tante di fila contro giocatori che fino a quel momento non aveva mai battuto in carriera (vedi Medvedev e Djokovic). Un processo che ha trovato una ‘parziale consacrazione’ lo scorso anno, con i trionfi nei tornei del Grande Slam e la prima piazza del ranking: il lavoro per i risultati, i risultati per mettere benzina nel serbatoio e migliorarsi ancora. D’un tratto, si sono palesati tutti gli ingredienti per completare la trasformazione.

Jannik Sinner
Foto FITP

Sinner ha subito compreso che vi fossero gli estremi per alzare ulteriormente il livello e non si è fatto pregare, cogliendo al volo l’occasione in questo inizio di 2025. Già all’Australian Open si era presentato in una condizione di forma invidiabile e bello cresciuto sul versante muscolare. Ma adesso, a Roma, abbiamo potuto ammirare più massa nelle braccia, nelle gambe e nella parte bassa della schiena: una versione 3.0 di Jannik, che ha saputo trasformare la sventura della sospensione in una chance per compiere l’ultimo passo verso il consolidamento definitivo.

In tal senso, il suo preparatore atletico, Marco Panichi, aveva recentemente anticipato: «Lo stop non è stato voluto, ma lo abbiamo sfruttato al massimo. Di solito in un anno ci sono solo 3-4 settimane per una vera preparazione atletica. Questa volta abbiamo potuto lavorare con una prospettiva più a lungo termine, in stile atletica leggera».

L’utilizzo del GPS

La giusta mentalità e la cura maniacale per i dettagli. Chi ha imparato a conoscere Sinner in maniera approfondita, non sarà rimasto sorpreso quando il nativo di San Candido è apparso a Roma portando in campo un ausilio tecnologico. Ci riferiamo ad una tecnologia che già lo aveva accompagnato negli allenamenti al Foro e che Jannik ha riproposto anche in partita, con l’obiettivo di riuscire a racimolare feedback molto più precisi riguardo le sue prestazioni fisiche. Più nel dettaglio, si tratta di un Gps cardiofrequenzimetro.

Tale strumento – tra gli altri dati forniti in tempo reale – rileva la frequenza cardiaca, i chilometri percorsi, l’intensità degli sforzi, la velocità media, le variazioni di ritmo e la posizione nello spazio. In parole povere, dà una panoramica a 360° di tutto ciò che riguarda l’attività dell’atleta in campo.

«Il dispositivo lo usa in particolare chi corre e ciclismo per monitorare la frequenza cardiaca durante lo sforzo, le oscillazioni e il picco che si raggiunge nell’ottica di migliorare le performance conoscendo la soglia anaerobica entro la quale bisogna allenarsi per raggiungere determinate prestazioni», ha spiegato Daniele Andreini, cardiologo esperto in medicina dello sport, ai microfoni de Il Corriere della Sera.

Tradotto: Sinner utilizza il Gps durante i match per registrare gli sforzi che compie in situazioni difficilmente replicabili in allenamento (colpi angolati, palle corte o reazione a situazioni di imprevisto), poiché richiedono una componente emotiva e reattiva che solo la partita ufficiale può stimolare. Dalla raccolta di questi dati, passa tutto il lavoro di prevenzione agli infortuni, nonché di gestione delle energie tra un appuntamento e l’altro.

Insomma, dopo aver raggiunto l’apice tecnico e fisico, Jannik sta lavorando affinché quell’apice diventi il suo habitat naturale. Non può che essere una bella notizia per il tennis italiano, e se è vero che il buongiorno si vede dal mattino…