Sinner e Musetti a Roma

19 Maggio 2025

Stefano Cagelli

Sinner e Musetti, il bicchiere è quasi pienissimo

Questa edizione degli Internazionali verrà ricordata, oltre che per per il doppio trionfo di Jasmine Paolini, anche per le gesta dei due alfieri del tennis maschile azzurro, Jannik Sinner e Lorenzo Musetti. Due italiani in semifinale al Foro Italico non si vedevano addirittura dal 1957, a testimonianza del fatto che stiamo vivendo un’epoca che ha dell’incredibile. Entrambi si sono fermati solo davanti al muro rappresentato da Carlos Alcaraz, colui che, a detto dello stesso Sinner, “è l’uomo da battere sulla terra rossa”, ma resta un torneo eccezionale per tutti e due.

Partiamo da Jannik. Dopo tre mesi di inattività, per lui, era un ritorno molto insidioso. Era circondato dall’amore del suo popolo, è vero, ma le condizioni non erano il massimo per lui. La terra rossa è la superficie dove si trova meno a suo agio e qui a Roma i campi quest’anno erano molto lenti. Eppure, match dopo match, ha preso confidenza, fino ad arrivare ad una finale tutt’altro che scontata, alternando battaglie dure e provanti (vedi Cerundolo e Tommy Paul) a vere e proprie prove di forza (chiedere a Casper Ruud per informazioni).

Ha retto un set in finale contro un avversario più in palla di lui, più a suo agio sulla terra, più in forma fisicamente e con più soluzioni (ASCOLTA L’ULTIMA PUNTATA DEL GRAFFIO). Anzi, il primo set, perso al tie-break, avrebbe potuto avere un esito completamente diverso, con Sinner avanti 6-5 e due set point sprecati sul servizio dell’avversario. “Sono più vicino di quanto mi aspettassi al mio livello – ha detto Jannik analizzando l’incontro e il torneo – i match sono stati buoni ma potrebbe andare meglio. Alcune scelte a volte, tornando indietro avrei giocato un paio di punti diversamente. Li avrei giocati in maniera diversa, ho giocato alcuni match davvero buoni. Ora un paio di giorni per riposarmi, e guarderò avanti”. Bene così, dunque. Ci siamo.

Capitolo Musetti. Lorenzo ormai può essere considerato un big sulla terra rossa, con due semifinali e una finale nei tre Masters 1000 di stagione. Oggettivamente è diventato un giocatore che se la gioca con tutti e che, contro quasi tutti, parte con i favori del pronostico. Ha battuto Medvedev, ha battuto il campione in carica Zverev, è caduto contro Carlitos, non solo per i meriti del suo avversario, come lui stesso ha riconosciuto, parlando molto negativamente della sua prestazione in semifinale. Sta di fatto che il suo status è cambiato, così come il suo ranking. Insomma, possiamo guardare al Roland Garros con una certa fiducia.

Le parole di SINNER durante la cerimonia di premiazione | ATP 1000 Roma