Jannik Sinner e Carlos Alcaraz Roland Garros 2025

10 Giugno 2025

Stefano Cagelli

Roland Garros 2025: dieci sentenze che ci lascia un’edizione storica

Due settimane di emozioni forti: il Roland Garros 2025 entra di diritto nella storia del tennis. Ma più di tutto, questa edizione sarà ricordata per la finale maschile tra Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, un duello epico destinato a segnare una nuova era. Ecco le dieci principali conclusioni che ci consegna il torneo parigino.

1. Carlos Alcaraz: leggenda in costruzione

Cosa dire ancora di Carlos Alcaraz? Il fenomeno spagnolo ha compiuto l’ennesima impresa rimontando in finale contro Sinner con una combinazione di coraggio, talento e solidità mentale. Con cinque Slam già in bacheca a soli 22 anni, è ormai chiaro che siamo davanti a una leggenda nascente. Senza i cali di attitudine che (per fortuna degli altri) ha durante il match, sarebbe praticamente imbattibile.

2. Jannik Sinner: destinato a dividere la gloria

Onore al merito per Jannik Sinner, che ha giocato un torneo strepitoso e una finale degna dei più grandi. Ha sfiorato il successo sulla superficie a lui meno congeniale, ha confermato di essere pronto per una rivalità storica con Alcaraz che potrebbe ridefinire il tennis dei prossimi dieci anni. La “botta” della sconfitta è stata dura, ma la sensazione è che non dovremo aspettare molto per vederlo trionfare ancora.

3. Djokovic ha ancora cartucce da sparare

Semifinale raggiunta e tennis di altissimo livello contro un Sinner in stato di grazia: Novak Djokovic dimostra di avere ancora benzina nel motore, anche sulla terra battuta. Non ha raggiunto però il suo obiettivo, cioè vincere. Ci riproverà sicuramente a Wimbledon, dove si sente di poter tornare a scrivere un altro capitolo epico della sua carriera. Non sarà semplice ma ci proverà.

4. La generazione anni ’90 in crisi profonda

Rublev irriconoscibile, Medvedev fuori fase, Ruud e De Miñaur deludenti, Zverev ancora incapace di superare certi ostacoli mentali. L’unica luce nel tunnel arriva da Tiafoe e Paul, ma si può dire ormai con certezza che la generazione degli anni ’90 ha perso definitivamente il treno della leadership, surclassata prima dagli “eighties” e ora dai ragazzi terribili degli anni 2000.

5. Musetti e Draper: il futuro è adesso

Lorenzo Musetti continua a convincere, sempre più vicino all’élite mondiale, mentre Jack Draper conferma le sue qualità nonostante una sconfitta dolorosa contro Bublik. Entrambi sembrano pronti per piazzarsi stabilmente tra i protagonisti del circuito, appena a ridosso dei “new two”.

6. Coco Gauff: il primo passo verso la leggenda

La giovane statunitense ha conquistato Parigi con una maturità impressionante, dominando sul rosso grazie alla sua consistenza e a miglioramenti tattici evidenti. A 21 anni ha già due Slam in tasca: il potenziale per costruire una carriera storica c’è tutto.

7. Aryna Sabalenka, nemica di sé stessa

Il talento è indiscutibile, ma la pressione sembra ancora troppo grande. Sabalenka ha mostrato segnali di fragilità emotiva, che le hanno impedito di alzare un trofeo nei primi due Slam dell’anno. Serve un cambio di passo mentale (e tattico) per confermarsi al vertice.

8. Iga Swiatek in cerca di sé stessa

Semifinalista, sì, ma lontana dalla sua versione dominante. La sconfitta netta contro Sabalenka ha mostrato una Swiatek in difficoltà, a tratti rassegnata. Per la regina della terra rossa è tempo di riflessioni profonde e scelte coraggiose.

9. Sara Errani e Jasmine Paolini sono le dominatrici del doppio

La coppia di tenniste italiane più forti di sempre nel doppio, niente da dire. Portano a casa il primo titolo Slam in coppia (Sarita anche nel doppio misto insieme a Andrea Vavassori), dopo l’oro olimpico conquistato sullo stesso campo. Affiatamento, intelligenza, complementarietà, talento: un mix letale per tutte le avversarie.

10. WTA: l’élite non delude ma il tennis sì

A eccezione della sorpresa Boisson, le grandi del circuito femminile hanno rispettato le attese. Poche eliminazioni eccellenti nelle prime fasi, quarti di finale in linea con il ranking e un generale senso di stabilità. Il tennis femminile, però, non vive un ottimo momento. Se ne è già parlato ampiamente, ma l’appiattimento tecnico è evidente, mancano la qualità e la fantasia di un tempo. Se il tennis femminile diventa uno scimmiottamento di quello maschile (a giri decisamente più ridotti) perde il suo appeal ed è destinato a un futuro da surrogato.