Il Centrale 1 di Wimbledon è piombato nel silenzio quando Jack Draper, la grande speranza del tennis britannico, si è visto sorprendere dal veterano croato Marin Cilic. Un match che ha confermato quanto il giovane talento inglese, attuale numero 4 del mondo, debba ancora lavorare per reggere le enormi aspettative del pubblico di casa e la pressione che accompagna chiunque abbia la possibilità di riportare il titolo di Wimbledon in Inghilterra.
Draper: “Sono molto frustrato, Cilic ha meritato la vittoria”
Deluso e visibilmente provato, Draper si è presentato in conferenza stampa dopo il match, senza nascondere le sue emozioni: “Sono molto frustrato, ovviamente molto deluso. Probabilmente è una delle sconfitte più dure che abbia mai subito. Cilic ha giocato un match incredibile dall’inizio alla fine, non ha mai mollato. Ha meritato di vincere, ma fa davvero male.”
Un bilancio negativo sulla stagione sull’erba
Il giovane britannico, 23 anni, non ha usato giri di parole per descrivere il suo rendimento nella stagione sull’erba:
“Sono molto deluso dal mio tennis sull’erba quest’anno. A Queen’s non mi sentivo bene, non so nemmeno come sono riuscito ad arrivare in semifinale e a giocarmi l’accesso in finale. Ho capito che ho ancora molti problemi su questa superficie. Mi sentivo benissimo sulla terra battuta, il mio gioco era solido. Ma quando sono passato all’erba, ho sentito subito la differenza. Evidentemente devo lavorare tanto per migliorare su questa superficie, soprattutto contro un giocatore come Cilic, così forte sull’erba.”
La pressione? “Non è stato quello il problema”
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, Draper non attribuisce la sconfitta alla pressione di giocare in casa:
“Quello che ha fatto Andy Murray vincendo qui due volte è semplicemente incredibile. Ma non è stata la pressione a condizionarmi oggi. Semplicemente non ho giocato abbastanza bene. Ho perso contro un avversario più forte. Non sono riuscito a trovare il mio livello.”
Tante aree del gioco da migliorare
Il britannico è stato particolarmente autocritico, sottolineando le lacune nel suo gioco: “Devo migliorare tutto sull’erba. In particolare il diritto, non sono riuscito a gestire la velocità dei suoi colpi su quel lato. Sul rosso o sul cemento, dove ho più tempo, riesco a creare velocità ed effetto. Ma sull’erba le cose cambiano. Queste ultime settimane mi hanno fatto capire che, nonostante i grandi progressi dell’ultimo anno, ho ancora molto su cui lavorare. È una sensazione difficile da accettare, ma in un certo senso è stimolante.”
L’obiettivo: diventare competitivo sull’erba
Nonostante la delusione, Draper resta fiducioso: “Credo che ci sia un’idea sbagliata secondo cui, essendo mancino e alto 1,90 m, dovrei essere naturalmente forte sull’erba. Ho vinto a Stoccarda, è vero, ma non ho ancora molta esperienza su questa superficie. Non ho mai superato il secondo turno qui a Wimbledon. Per alcuni è più facile, per altri più complicato. Ma sono determinato a trasformare l’erba in una superficie su cui posso fare bene.”
Elogi per Cilic: “Un grande campione”
Draper non ha esitato a riconoscere i meriti dell’avversario: “Sapevo che aveva vinto a Nottingham, non mi sorprende. È stato tra i primi 10 al mondo per tanti anni. L’ho visto crescere, è sempre stato un grande professionista e può giocare in modo straordinario. Non capita spesso di sentirmi intimidito da qualcuno in campo, ma lui oggi mi ha tolto letteralmente la racchetta di mano. Ha giocato un match impeccabile, meritava di vincere. È uno dei grandi del circuito, ha vinto uno Slam. Il suo livello non mi sorprende.”
Le eliminazioni a Parigi e Londra: un campanello d’allarme
La sconfitta con Cilic ricorda quella subita al Roland Garros contro Bublik, e Draper ne è consapevole:
“In entrambi i casi, i miei avversari hanno giocato a un livello eccezionale. Ma mi chiedo: stanno giocando così bene perché io glielo permetto? Forse sì. Ho lasciato palle troppo corte, non ho fatto abbastanza. Ma è così che i grandi giocatori ti puniscono. Se voglio essere competitivo nei grandi Slam, devo continuare a migliorare, perché qui tutti sono fortissimi. Se non sei al livello giusto, vieni eliminato.”
Conclusioni
Draper lascia Wimbledon con amarezza e la consapevolezza che il percorso verso il successo richiede ancora tanto lavoro. L’Inghilterra, ancora una volta, dovrà aspettare per vedere un connazionale alzare il trofeo più ambito. Per il giovane Jack, però, le lezioni di oggi potrebbero essere il seme delle vittorie di domani.