5 Luglio 2025

Stefano Maffei

Il fascino e la storia del doppio trionfo: la vittoria Slam juniores e senior

Nel mondo del tennis, dove i sogni nascono spesso sui campi polverosi di provincia e maturano sotto i riflettori dei grandi stadi internazionali, esiste una categoria di campioni che ha saputo distinguersi in maniera speciale. Non parliamo solo di chi ha conquistato un torneo del grande slam, ma di quei pochi eletti capaci di vincerlo due volte: la prima da adolescenti, nella categoria juniores, e poi ancora da adulti, tra i professionisti. Una doppia consacrazione che racconta non solo di talento precoce, ma anche di maturità, resistenza alla pressione e capacità di trasformare le promesse in risultati concreti.

Wimbledon, il tempio delle conferme

A Wimbledon, tempio sacro del tennis, questo percorso si è compiuto per soli quattro giocatori nella storia moderna. Tra i prati perfettamente curati dell’All England Club, Björn Borg, Pat Cash, Stefan Edberg e Roger Federer hanno scritto un capitolo a parte. Tutti e quattro hanno sollevato il trofeo juniores prima di fare il bis tra i grandi, in un percorso che inizia con la leggerezza dell’adolescenza e culmina nella gloria della leggenda.

Björn Borg vinse il titolo junior negli anni Settanta, prima di dominare il torneo per cinque edizioni consecutive tra il 1976 e il 1980. Pat Cash si impose tra i giovani nel 1982 e poi, nel 1987, coronò il sogno sull’erba londinese anche tra i professionisti. Stefan Edberg, con la sua eleganza nordica, fu campione juniores nel 1983 e tornò vincitore nei singolari maschili nel 1988 e nel 1990. Roger Federer, forse il più iconico tra loro, vinse da ragazzo nel 1998 e iniziò la sua incredibile sequenza di trionfi nel 2003, che lo porterà a conquistare ben otto titoli a Wimbledon, l’ultimo dei quali nel 2017.

US Open, la continuità sul cemento

Anche allo US Open, sul cemento newyorkese, si è visto qualche esempio di precocità tramutata in successo maturo. Andy Roddick, ad esempio, vinse il titolo juniores nel 2000 e solo tre anni dopo, nel 2003, sollevò il trofeo tra i professionisti, diventando in poco tempo il nuovo volto del tennis americano. Prima di lui, nel 1983, dopo la vittoria a Wimbledon Juniores, Edberg alza al cielo il trofeo a New York. Si ripeterà, da professionista, nel 1991 e nel 1992. L’ultimo a riuscirci, invece, è stato Andy Murray. Lo scozzese, nel 2004, vince il torneo dei ragazzi, mentre trionfa tra gli adulti nel 2013 e nel 2016.

Le rarità dell’Australian Open

Il percorso è meno frequente quando si guarda all’Australian Open, torneo che storicamente ha visto meno transizioni dirette dal trionfo junior a quello senior. Tuttavia, alcuni grandi nomi del passato hanno saputo imporsi su questi campi anche da giovani. Il caso di Stefan Edberg è emblematico anche in questo contesto: il 1983 è il suo anno e vince tutti i tornei dello slam juniores, compreso l’Australian Open, dove ha raccolto due dei suoi sei titoli dello Slam. Il torneo australiano è stato anche terreno fertile per lo sviluppo di talenti femminili, ma in ambito maschile il doppio trionfo è rimasto, nella storia recente, più un’eccezione che una regola.

Roland Garros, i pionieri della doppia gloria

Ben diversa è la situazione al Roland Garros, dove la storia offre alcuni esempi significativi, sebbene risalenti a epoche più lontane. Tra i nomi che emergono con forza ci sono quelli di Ken Rosewall, Roy Emerson e Andrés Gimeno, tutti capaci di imporsi sul rosso parigino prima da giovanissimi e poi da professionisti. Questi trionfi, maturati in un’epoca in cui il tennis si stava ancora trasformando in uno sport globale, parlano della capacità di alcuni giocatori di dominare su una delle superfici più complesse, la terra battuta, in un torneo che da sempre mette alla prova sia il fisico che la mente. Oltre a loro, sono stati capaci di alzare entrambi i trofei al cielo Françoise Durr, Ivan Lendl, Mats Wilander e Stan Wawrinka.

Le imprese in campo femminile

Non solo tra gli uomini, anche tra le ragazze l’impresa di vincere uno slam sia da junior che da professioniste è un’impresa più unica che rara.

Wimbledon si dimostra, anche in campo femminile, un’eccezione alla regola. Ben cinque tenniste sono state capaci di imporsi sia da giovani che da adulte: Ann Haydon-Jones, Karen Hantze, Martina Hingis, Amélie Mauresmo e Asleigh Barty. Allo US Open, al contrario, solamente l’ex numero 1 del mondo Lindsay Davenport è riuscita nell’impresa. Quasi lo stesso discorso si può fare per l’Australian Open, dove abbiamo due campionesse juniores e senior: Evonne Goolagong e Victoria Azarenka.

Il Roland Garros, invece, si pone letteralmente nel mezzo con tre campionesse: Mima Jausovec, Jennifer Capriati e Justin Henin.

Un’impresa sempre più rara

Nel complesso, quello del Double Slam, vincere da junior e da senior lo stesso torneo del grande slam, resta un traguardo rarissimo. A Wimbledon, dove il passaggio da ragazzo a leggenda sembra più naturale grazie alla tradizione e al fascino del torneo, sono solo quattro gli uomini che ce l’hanno fatta. Al Roland Garros il numero è simile, ma le imprese risalgono principalmente al secolo scorso. Allo US Open, pur in un contesto più moderno, sono pochi i protagonisti riusciti a completare il percorso. L’Australian Open, infine, resta un terreno dove il doppio successo sembra sfuggire più spesso, forse per via della sua collocazione storica e geografica nel calendario e per le diverse dinamiche di partecipazione giovanile, soprattutto nei decenni passati.

I nuovi orizzonti del tennis moderno

Guardando al presente e al futuro, è interessante notare come negli ultimi anni questo tipo di passaggio sembri essersi fatto ancora più raro. I tennisti contemporanei maturano spesso più tardi e la transizione dal circuito junior a quello ATP è resa sempre più complessa da una competizione agguerrita, dalla preparazione fisica sempre più avanzata e da un calendario che mette alla prova anche i più esperti. I grandi campioni degli anni Duemila dieci, Novak Djokovic, Rafael Nadal e lo stesso Federer, non sono stati vincitori di tutti e quattro i titoli juniores prima di emergere da adulti, segno che il successo giovanile non è sempre presagio di gloria.

Una manciata di nomi incisi nella storia

Eppure, quando il talento incontra la determinazione e la capacità di adattarsi al tennis che conta davvero, il Double Slam torna a materializzarsi. È per questo che i nomi di Borg, Federer, Edberg e gli altri brillano ancora di più nelle statistiche: perché non si sono accontentati di essere delle promesse, ma hanno avuto la forza, la costanza e la visione per diventare leggende. Il cammino che li ha portati dai tornei junior, spesso seguiti solo dagli addetti ai lavori, fino alle finali di fronte a milioni di spettatori è il racconto perfetto di cosa significa crescere nel tennis, attraversarne tutte le tappe e dominare ogni fase del proprio percorso.

Chi sarà il prossimo?

Chi saranno i prossimi a ripetere quest’impresa? Gli occhi degli appassionati guardano con interesse i vincitori degli ultimi Slam juniores, sperando che qualcuno tra loro possa, un giorno, sollevare il trofeo anche da senior. Se così sarà, potremo allora aggiungere un altro nome alla breve ma illustre lista di chi, da giovane promessa, è diventato autentico campione.