5 Luglio 2025

Roberto Commentucci

Tecnica, cuore e maturità: Federico Cinà lancia segnali da campione

Mentre tutti gli appassionati sono (giustamente) concentrati sul torneo di Wimbledon, ieri pomeriggio per qualche strana perversione da tifoso incallito mi sono messo a guardare il quarto di finale del Challenger di Modena fra il mancino argentino Juan Manuel Cerundolo, 110 e spicci del mondo, e il nostro 18enne Federico Cinà, palermitano classe 2007 che secondo me ha un grande futuro.

Challenger Modena clublameridiana.it

Federico ha vinto 46 76 61 dopo una lotta durissima e con il suo numero 247 della classifica live si è quasi guadagnato un posto nelle qualificazioni dello Us Open, uno degli obiettivi stagionali del siciliano. Devo dire che non mi aspettavo che oggi Cinà vincesse, e credo che questa sia stata una delle migliori prestazioni della sua carriera. Ecco perché:

1. L’avversario. Cerundolo,
che ha un best ranking di 79 Atp, è uno dei giocatori più forti e temibili che si possano incontrare nei challenger su terra: mancino, palla sporca e pesante, difende l’impossibile, sbaglia pochissimo, abbassa il ritmo e poi accelera all’improvviso, usa benissimo la palla corta… Il classico giocatore in grado di portare allo sfinimento un giovane emergente;

2. L’andamento del match. Federico ha perso abbastanza nettamente il primo set, sbattendo la testa contro il muro dell’argentino. È rimasto in qualche modo in partita nel secondo, si è fatto più aggressivo ed è andato a servire per il set sul 54, facendosi brekkare sul più bello, da 40 15. Ma non ha mollato, e nel tie break ha chiuso al settimo set point, dopo aver annullato un match point all’argentino con uno smash liberatorio dopo uno scambio terrificante. E infine ha dominato il terzo set. Ci vuole una solidità mentale davvero rara a 18 anni per venire fuori da certe situazioni.

Federico Cina’ vs Juan Manuel Cerundolo | QF Modena • Highlights

3. La clamorosa varietà del repertorio tecnico che ha mostrato di possedere. Un servizio continuo ed efficace (su cui ha comunque ancora parecchio margine), un diritto pesantissimo anche se un po’ falloso, il solito magnifico rovescio bimane, letale da ogni posizione, una mano fatata, palle corte ben eseguite, e infine tutta una serie di serve and volley impeccabili che a partire dal tiè break del secondo set hanno definitivamente infranto le difese argentine.
4. La superficie. Il tennis di Federico, sempre molto offensivo, è particolarmente efficace sul veloce, mentre finora sulla terra non si era mai dimostrato particolarmente produttivo. Vincere un match così sul rosso significa aver fatto progressi enormi.
Insomma la notizia è che Cinà ha tecnica, talento, testa e carattere. Si avvia a diventare un giocatore completo e forte su tutte le superfici.
Farà davvero molta, ma molta strada.

Dalla pagina Facebook di Roberto Commentucci