Alzato il sipario su uno dei tornei più apprezzati a livello globale, gli Internazionali BNL d’Italia, arriva lo stravagante (passateci l’aggettivo) intervento dell’Antitrust, che ha puntato il dito contro la FITP per una presunta mancanza di trasparenza nella comunicazione delle commissioni di servizio sui biglietti. Secondo l’Autorità, nella fase iniziale dell’acquisto, l’assenza di un’indicazione chiara delle commissioni potrebbe avere addirittura tratto in inganno i consumatori.
Stando al codice del consumo, il fatto che l’informazione sulle commissioni non sia immediata, secondo il garante, potrebbe configurare una violazione degli artt. 20, 21 e 22, limitando “la libertà di scelta” o di comportamento del consumatore e “indurlo in errore” su un prezzo inferiore rispetto all’importo da pagare al termine della procedura di acquisto.
Ma è legittimo chiedersi: davvero due o tre euro su un biglietto possono minare la libertà di scelta di un consumatore in buona fede e “indurlo in errore”? In altre parole, se scelgo un biglietto da 60 euro e nel passaggio successivo, durante il pagamento, viene aggiunta una voce di circa 2/3 euro “commissione di servizio”, davvero vengo “limitato nella scelta” e indotto all’errore?
La Federazione, in seguito a questa nota, ha aggiornando i siti ufficiali aggiungendo la seguente dicitura: “Al prezzo del biglietto sarà applicata una commissione di servizio compresa fra € 1,50 e il 7% del prezzo del biglietto, a seconda del tipo di tagliando acquistato”. Bene così. Attenzione però a non confondere la tutela dei consumatori con un eccesso di zelo burocratico. Visto che le commissioni di servizio, comuni in ogni evento internazionale, rappresentano un costo operativo minimo.
Diverso, eventualmente, è il discorso sul costo del biglietto, considerato da alcuni troppo alto. Vedi l’accusa dell’associazione dei consumatori Codacons, che ha denunciato con un comunicato i listini eccessivi dei biglietti. Con un incremento dei listini, fanno sapere, del +13%, su cui pesa l’effetto Sinner e la maggiore affluenza di pubblico garantita quest’anno dal campione italiano. Ma come direbbe quel tizio, è l’economia, bellezza. Maggiore è la domanda, più alto è il valore di quell’oggetto.
Certo, verrebbe da aggiungere, quando le tribune dei campi principali non vengono riempite (vedi i primi giorni del torneo) forse una chiave andrebbe trovata, tra una riduzione drastica dei prezzi o un maggiore coinvolgimento magari delle scuole a un prezzo forfettario minimo (avrebbe senso nell’ottica di divulgazione dello sport, mission della federazione). Anche perché vedere immagini televisive di spalti pieni, anche nei primi giorni, gioverebbe a tutti.