Analisi del match del secolo Sinner Alcaraz

9 Giugno 2025

Stefano Cagelli

Dentro il “match del secolo” Sinner vs Alcaraz

Commentare quanto è successo ieri sul campo Philippe Chatrier non è semplice. Il rischio di cadere nella banalità è altissimo. Diciamo che è stata una partita che verrà ricordata per parecchio tempo, che mai nessuno era stato protagonista di una finale così lunga al Roland Garros, che i due giocatori in campo – Jannik Sinner e Carlos Alcaraz – giocano uno sport a parte in questo momento rispetto al resto del circuito, che ha vinto lo spagnolo e che l’italiano torna a casa con tanti rimpianti per le occasioni mancate.

Carlitos trionfa per il secondo anno consecutivo a Parigi, salendo a quota cinque Slam e levando a Jannik la gioia del primo successo sulla terra francese e del “pareggio” nel conto dei major vinti. Ma questa finale – un film più che una partita – di spunti ne offre tantissimi.

Partiamo dalla vigilia. A bocce ferme, anche per quello che si era visto a Roma, il favorito era Alcaraz: per la sua attitudine sulla terra battuta (la superficie meno congeniale al gioco di Sinner), per la sua infinita varietà di colpi, per il suo talento cristallino, per la sua fisicità, per la sua capacità di variare. Jannik però arrivava a questa finale senza aver perso un set e dimostrando ancora una volta la sua impressionante forza mentale, tattica e tecnica. Insomma, benché non partisse con i favori del pronostico, se la poteva giocare.

L’inizio del match sarebbe potuto essere traumatico per l’altoatesino. Una fatica tremenda a tenere il turno di battuta, le palle break che fioccavano per lo spagnolo. Al quinto game del primo set Sinner va sotto, ma qui comincia un altro pezzo di partita. Alcaraz, come spesso gli capita, esce dal match e in un attimo il tennista centrato dei primi game lascia spazio al Carlos confusionario che colleziona scelte sbagliate e errori non forzati, consegnando di fatto a un Sinner implacabile (anche se non perfetto) la prima frazione.

L’onda lunga si trascina anche nel secondo set, con il numero due del mondo che non riesce a ritrovare fluidità e Jannik in controllo. Qui però c’è il primo, vero, turning point dell’incontro. L’italiano commette alcuni errori di troppo e dà la possibilità a Alcaraz di rientrare in partita. Dalla palla del possibile 5-1 Sinner si arriva in un amen al 5-5 e il set si chiude al tie-break. Qui Jannik è bravissimo a reggere l’urto del ritorno dello spagnolo, che, bisogna dire, lo aiuta con alcune scelte discutibili come quella palla corta in arretramento che grida ancora vendetta. A questo punto l’italiano vola due set a zero. Ma quante energie fisiche e nervose ha sprecato per un set che avrebbe tranquillamente potuto chiudere con uno sforzo molto minore? E sprecare energie, contro Alcaraz, non è mai una buona idea, neppure sul 2-0.

Si va così al terzo set e qui arriva un altro turning point decisivo. Sinner, sulle ali dell’entusiasmo, conquista il break al primo game del terzo set. Confermarlo nel game successivo lo metterebbe in una posizione perfetta di controllo e toglierebbe ulteriori sicurezze ad un Alcaraz che sembra alle corde. E invece qui arriva un calo di tensione, che permette allo spagnolo non solo di controbrekkare subito, ma di replicare nel game di servizio successivo di Sinner. Jannik è ancora una volta bravissimo a rientrare ma Carlos – spinto da un pubblico quasi tutto a suo favore e, dobbiamo dirlo, molto maleducato – ora è un altro giocatore rispetto quello della seconda metà del primo e della prima metà del secondo set e chiude 6-4.

Sinner è ancora avanti di un set e sa che arrivare al quinto sarebbe quasi una resa. La quarta frazione è decisiva. Jannik spinge e mette il muso avanti. Arriva il break e arrivano, soprattutto, i famosi tre match point sul servizio di Alcaraz sul 5-3. Non c’è dubbio che saranno il passaggio più ricordato e su cui lo stesso Sinner rimuginerà di più. Forse, lo diciamo sottovoce, per la prima volta in carriera Jannik ha considerato il match vinto, dato che Carlos sembrava questa volta davvero sull’orlo di gettare la spugna. Di qui sono arrivati scelte e errori non da Sinner, che hanno definitivamente rimesso Alcaraz nel match. E, non dimentichiamolo, gli errori si sono ripetuti anche quando, sul 5-4, il numero uno del mondo si è ritrovato a servire per il match.

In pochi, dopo questo passaggio fatale, non hanno pensato che per Sinner il match fosse finito. Sicuramente non l’ha pensato lui che ha eroicamente combattuto per un set e mezzo con un avversario in fiducia, un pubblico avverso, i crampi e un’inerzia passata ormai tutta dall’altra parte. Ha portato Carlos al al tie-break del quarto e al super tie-break del quinto. Qui però Alcaraz è davvero salito in cattedra, mostrando il meglio del suo sterminato repertorio e non lasciando scampo a Sinner.

Come detto, più che una partita è stato un film, un kolossal. Sul fatto che possa già essere definito “il match del secolo” manteniamo i nostri dubbi e vi rimandiamo all’ascolto della puntata odierna del Graffio, a cura del maestro Guido Primiceri, che ha un’idea molto precisa in proposito. Quel che ci sentiamo di dire è che se nel tennis esistesse il pareggio, questo sarebbe stato l’esito più giusto. Basti pensare che, alla fine delle oltre cinque ore di gioco, i punti conquistati da Sinner sono stati 193 mentre quelli che ha portato a casa Alcaraz sono stati 192. Impressionante.

Il futuro, ora, è tutto da scrivere. Quel che è certo è che anche il 2025 non sarà l’anno del Grande Slam per nessuno dei tennisti del circuito, dato che l’Australian Open l’ha vinto Sinner e il Roland Garros Alcaraz. Se ieri avesse vinto Jannik, le cose ora sarebbero ben diverse, anche in prospettiva. Archiviata la stagione europea sulla terra battuta, la testa va ora al breve ma intenso swing sull’erba. E quando si parla di verde la mente va verso un posto solo: Wimbledon. Difficile pensare che i Championships possano essere un affare non riservato ai due campioni visti ieri battagliare a Parigi, il divario con gli altri è troppo ampio. Se non hanno problemi, a meno di clamorose sorprese, arriveranno dritti in fondo. Impossibile parlare di un favorito, è ancora troppo presto. Ma sicuramente ci sarà da divertirsi.

Jannik Sinner vs Carlos Alcaraz | Final | French Open 2025 Extended Highlights 🇫🇷