L’edizione 2025 di Wimbledon si sta rivelando ricca di colpi di scena, ma a tenere banco in queste ore è il tema della tenuta mentale. Svariati giocatori hanno infatti espresso esplicitamente il loro disagio per il momento che stanno attraversando. Dopo Matteo Berrettini, anche il numero tre al mondo Alexander Zverev lo ha fatto, aprendosi dal profondo e generando un’ondata di riflessioni tra appassionati ed addetti ai lavori.
Zverev: «Mi sento solo, ho perso la gioia in tutto ciò che faccio»
Reduce da un inizio di stagione non esaltante, il tedesco è caduto clamorosamente all’esordio venendo eliminato dal francese Arthur Rinderknech. Una battuta d’arresto dolorosa, ma in questi casi il tennis passa in secondo piano. Le turbolenze più grandi, Sascha, se le porta dentro.
«A volte mi sento molto solo in campo», ha rivelato il nativo di Amburgo in conferenza stampa. «Ho dei problemi a livello mentale, è così fin dall’Australian Open. Sto cercando dei modi per uscire da questo vicolo cieco, ma continuo a ricadere nello stesso buco. Non è una questione di tennis, mi sento solo nella vita in generale in questo momento e non è una bella sensazione», ha aggiunto.
Il tedesco ha ammesso che probabilmente si rivolgere ad un professionista: «Chiederò aiuto? Forse sì. Per la prima volta nella mia vita ne ho bisogno. Ho attraversato molte difficoltà nella mia carriera personale e professionale, ma non mi ero mai sentito così vuoto come ora. Ho perso la gioia in tutto ciò che faccio».
«Nemmeno quando vinco provo quella felicità e quella motivazione per andare avanti. Vado a dormire senza la motivazione per alzarmi il giorno dopo. E in uno sportivo di alto livello, questo si riflette chiaramente nelle prestazioni», ha concluso Zverev.
Come dicevamo, le parole del tedesco hanno generato scalpore. E molti tennisti ci hanno tenuto a soffermarsi sull’argomento e a dare qualche prezioso consiglio al collega.

Rublev: «Direi a Zverev di prendersi una pausa, ma è difficile…»
Anche Andrey Rublev – un altro di quei personaggi che in quanto a tenuta mentale è sempre stato molto fragile – ha commentato le parole di Zverev.
“Ad essere onesti, questo problema non ha nulla a che fare con il tennis. Puoi trovare scuse dicendoti di essere esausto o mentalmente stanco perché si gioca senza sosta, ma non ha nulla a che fare con il tennis», ha sottolineato il russo. «Alla fine, il tennis è solo il punto di innesco. È qualcosa dentro di te che devi affrontare. Direi a Sascha di prendersi una pausa, ma sarà difficile per lui perché gli piacerebbe giocare», ha aggiunto.
Keys: «Fare terapia ha fatto una grande differenza per me». Sabalenka: «Ecco il miglior consiglio che posso dare a Sascha»
Tra le tenniste impegnate a Londra, invece, le analisi più corpose sono quelle di Madison Keys e Aryna Sabalenka.
L’americana ha innanzitutto sottolineato un aspetto: «Credo che la situazione sia diventata più aperta. Non ricordo di averne parlato molto. Credo che sempre più giocatori siano aperti a dire: “Sto parlando con qualcuno”. Direi che probabilmente ci sono più giocatori che parlano con qualcuno rispetto al passato. Credo che l’ATP abbia il suo personale, ma conosco anche la WTA, ovviamente. Abbiamo specialisti ogni settimana ai tornei, il che è di grande aiuto. Il solo fatto di avere questo supporto, credo abbia fatto un ottimo lavoro nell’aiutare tutti i giocatori in quella che è una carriera davvero difficile».
«Posso parlare solo per me. Mi è stato incredibilmente utile. Penso che sia un grande cambiamento. Ho provato a rivolgermi a psicologi dello sport in passato, ma penso che il fatto di concentrarsi solo sullo sport e sul tennis non sia stato così utile. Credo che andare da qualcuno e analizzare la mia vita in generale – e come questa influenza il modo in cui mi sentivo in campo – abbia fatto la differenza più grande per me», ha aggiunto la campionessa dell’Australian Open 2025.
La numero uno al mondo, invece, ha cominciato rivelando di essersi sottoposta anche lei ad un percorso guidata da uno specialista: «Beh, ho fatto la terapia per circa cinque anni nella mia carriera. Ho smesso, credo, nel 2022».
Poi è entrata nel merito del malessere manifestato da Zverev. «È davvero incredibile sentire cosa sta accadendo a una persona come Alexander, dal momento che ha sempre avuto la sua famiglia intorno (suo fratello Misha è anche il suo coach, ndr). Penso che sia davvero importante parlare apertamente di qualsiasi cosa si stia affrontando. Soprattutto se si ha una famiglia, si può parlare di tutto. Qualsiasi cosa tu senta, puoi raccontarla alla tua famiglia. Penso che sia davvero importante essere aperti e parlare di ciò che si sta vivendo, perché se lo si tiene dentro, ci si distrugge. Penso che si senta come se gli fosse accaduto qualcosa di brutto. Adesso ha solo bisogno di aprirsi con chi gli sta vicino. Penso che la famiglia sia la scelta migliore, sono le persone che possono accettare qualsiasi cosa tu stia affrontando».
«Nel momento in cui si inizia a parlare dei propri problemi, ci si rende conto di molte cose. Parlare ti aiuta a risolverli. Quindi penso che debba essere un po’ più aperto, non solo con sé stesso, ma anche con la sua famiglia, con la squadra, in modo che tutti sappiano cosa gli passa per la testa. Credo che questa sia la cosa più importante. Ad esempio, con il mio team parliamo sempre molto. Per questo non ho bisogno di uno psicologo, perché ho il mio team. Possiamo parlare di qualsiasi cosa. So che non mi giudicheranno. Non mi biasimeranno. Lo accetteranno e ci lavoreremo sopra. Credo che questo sia il miglior consiglio che possa dare a Sascha», ha concluso la bielorussa.