Darren Cahill ha rilasciato una lunga intervista al podcast “Served with Andy Roddick” condotto dall’ex numero uno al mondo. Il coach australiano si è soffermato in modo particolare sulle vicende parigine, ma durante la chiacchierata ha raccontato anche un aneddoto del recente passato (protagonista Novak Djokovic) e affrontato – seppur senza sbilanciarsi troppo – il tema futuro.
Cahill: «Dopo Parigi ho ancora più rispetto di Sinner»
«Dopo la finale di Parigi Jannik Sinner è rimasto seduto da solo nello spogliatoio per 20 minuti. Ognuno di noi del team si è avvicinato a Jannik e gli ha dato un abbraccio», ha rivelato il 59enne di Adelaide. «Gli abbiamo detto che eravamo davvero orgogliosi di lui, del suo impegno. Ma non era il momento giusto per fargli un discorso su cosa possiamo imparare. Ne parleremo più avanti. Bisogna mostrare un po’ di empatia per quello che sta attraversando. Tristezza, qualche lacrima… qualche lacrima per tutti, in realtà. Devo dire che quella sera, qualche ora dopo, non se n’era ancora fatto una ragione. E non se la farà mai».
Quella sconfitta brucerà per sempre, ma Cahill vede comunque positivo: «Ho ancora più rispetto di lui di quanto ne avessi prima. Ha una grande consapevolezza di sé. E penso che per essere un grande campione in qualsiasi sport, devi avere consapevolezza di te stesso. Devi saper affrontare i fallimenti e successi più o meno allo stesso modo. Cerca di imparare da quello che succede, andare avanti e migliorare. E lui fa tutte queste cose. In più, ha un’etica del lavoro incredibile».

Adesso, però, è tempo di guardare al futuro e di affrontare nuove sfide. La prima sarà superare la durissima batosta francese. «La resilienza di Jannik sarà messa alla prova dopo quella partita a Parigi, nel vedere quanto in fretta riuscirà a voltare pagina. Non importa se vincerà o perderà partite nelle prossime settimane, è più importante come saprà gestire quei momenti, continuando a spingere, a lottare. E lui è disposto a farlo», ha sottolineato l’australiano.
L’aneddoto Djokovic
Come dicevamo in precedenza, Cahill ha anche raccontato di un incontro con Novak Djokovic che probabilmente ha avuto un’importanza cruciale nella consacrazione dell’altoatesino. Il fatto risale alla vittoria ottenuta dal serbo in cinque set a Wimbledon 2022.
«Uno dei momenti chiave è stato quando perse contro Novak un paio d’anni fa a Wimbledon in cinque set. Aveva vinto i primi due, ma poi Novak resettò e prese il sopravvento. Esattamente come fa lui: si abitua alla palla, alla traiettoria, al ritmo, e poi, come sempre, non sbaglia più e vince gli ultimi tre set in maniera piuttosto netta», ricorda.
Cahill è dunque entrato nel merito dell’aneddoto: «Incontrai Novak, è sempre stato fantastico in queste cose, è uno che, se gli dai una pacca sulla spalla, è sempre disponibile. Gli ho detto: “Ehi, ho appena iniziato a lavorare con Jannik. Dimmi solo quello che ti senti, ma posso chiederti che sensazioni avevi lì in campo?”. È stato incredibile. Lui mi rispose: “Buona fortuna per il lavoro con lui. Sì, colpisce benissimo la palla, ma non c’è variazione. Pochi cambi di traiettoria, nessuna altezza sopra la rete, non viene a rete, non cerca di portarmi dentro il campo. So che risponde bene, ma non è aggressivo sulla risposta. Non attacca il mio servizio”. Mi ha passato in rassegna tutto il suo gioco, l’ha analizzato a fondo. Non è che ci abbia rivelato qualcosa che non sapessimo già, erano cose che stavamo cercando di cambiare».
Quando Cahill riportò l’analisi di Nole a Sinner, Jannik ne ha subito approfittare per prendere appunti sulla lezione. «Quando ti siedi con un ragazzo come Jannik e gli dici: “Ho appena parlato con Novak e questo è ciò che pensa”, beh… lascia un segno forte su un giovane giocatore. E la risposta di Jannik è stata: “Va bene, dammi tutto. Cominciamo a cambiare”. Do grandi meriti a Simone Vagnozzi: ha affrontato tutto pezzo per pezzo. E insieme, Jannik ha accettato di apportare moltissimi cambiamenti al suo gioco», ha affermato il noto coach.
Addio posticipato?
Venendo infine al tema futuro, sembrerebbe che l’addio di Cahill allo staff di Jannik al termine della stagione – che rimane comunque molto probabile – non sia così scontato:
“Sarà il mio ultimo anno con Jannik? Vedremo, è un anno lungo. Mi sto divertendo davvero tanto a lavorare con lui. Quindi… mai dire mai. Ormai conosce bene il tipo di messaggio che gli arriva da me. Avere una nuova voce, un nuovo sguardo esterno, potrebbe non essere una cosa negativa per lui. Se succederà o meno, si vedrà. Ma, al momento, quello è ancora il piano. Anche se, ripeto, mi sto godendo questo lavoro con lui».