US Open show doppio misto

21 Giugno 2025

Stefano Maffei

Doppio misto allo US Open, quando la sovraesposizione mediatica si traveste da spettacolo

Negli ultimi giorni, più che i clamorosi risultati in campo nei tornei sull’erba in preparazione a Wimbledon, la notizia che ha destato più curiosità è legata allo US Open. Si è deciso, infatti, di dare lustro al torneo di doppio misto, con coppie formate da ben nove top10 Atp e nove top10 Wta. Andiamo a vedere nel dettaglio il nuovo format e le sue implicazioni mediatiche in quella che sembra una mossa stile Mondiale per Club di calcio.

Il nuovo format

Il doppio misto, specialità che solitamente ammiriamo solo durante gli slam, di solito non cattura troppa attenzione mediatica. È venuto alle cronache, almeno in Italia, grazie alle imprese di Sara Errani e Andrea Vavassori, capaci di vincere due prove slam (US Open 2024 e Roland Garros 2025). Il tabellone è sempre stato poco appetibile (mediaticamente parlando) con la quasi totalità dei giocatori proveniente dal circuito di doppio in cerca di qualche migliaio di dollari in più di montepremi. Come detto, una disciplina dedicata agli specialisti e a chi, alla fine dell’anno, può essere interessato ad accaparrarsi un montepremi in più.

Beh, da questa stagione, lo US Open ha deciso di cambiare le carte in tavola. Durante le qualificazioni per il tabellone principale, infatti, si giocherà tutto il tabellone di doppio misto (nelle giornate del 19 e 20 agosto), in largo anticipo rispetto all’inizio dei tabelloni principali (domenica 24 agosto).

Oltre alla programmazione, anche il montepremi è cresciuto considerevolmente: sul piatto sono stati infatti messi un milione di dollari per la coppia vincitrice (rispetto ai 200.000 della scorsa edizione). Una cifra cospicua, che ha attirato le attenzioni dei migliori giocatori del mondo, esentati dall’avere una classica di doppio grazie a delle wildcard atte a favorire il loro ingresso nel tabellone. Ad oggi, il totale di coppie iscritte è 16, ma potremo avere delle novità fino al 28 luglio (data ultima per richiedere di essere ammessi). Anche per quanto riguarda i nomi, visti i soldi messi in palio, abbiamo una lista mai vista prima.

Emma Navaro e Jannik Sinner Qinwen Zheng e Jack Draper

Jessica Pegula e Tommy Paul

Jasmine Paolini e Lorenzo Musetti

Elena Rybakina e Taylor Fritz

Mirra Andreeva e Daniil Medvedev

Madison Keys e Frances Tiafoe

Aryna Sabalenka e Grigor Dimitrov

Emma Raducanu e Carlos Alcaraz

Belinda Bencic e Alexander Zverev

Olga Danilovic e Novak Djokovic

Taylor Townsend e Ben Shelton

Sara Errani e Andrea Vavassori

Naomi Osaka e Nick Kyrgios

Di doppisti ben pochi, di giocatori interessanti per gli sponsor quanti ne vogliamo. Per vincere, basteranno quattro game per ogni set (che si giocherà senza vantaggi e con un tiebreak sul quattro pari). In caso di terzo set, si giocherà un supertiebreak.

Le polemiche

Molte le polemiche che si sono alzate contro questo nuovo formato. Tra tutti, l’italiano Vavassori ha espresso i suoi dubbi a La Gazzetta dello Sport.

“Trovo sbagliato il sistema di entrata nel torneo. Avrebbero dovuto fare come negli slam ufficiali: si entra con la classifica più alta: o singolo o doppio. Così si mettono fuori causa i doppisti. A questo punto avrebbero dovuto fare un tabellone più ampio. Io capisco che avere tante star del singolo crea grande interesse perché la gente che non segue sempre magari conosce meglio i grandi nomi e si avvicina più facilmente. Sono anche felice che esistano iniziative che vogliano avvicinare le persone al tennis e al doppio, ma non a discapito di chi lo fa sempre e si è guadagnato posizioni in classifica per entrare negli slam.

Capisco che sia un tentativo di rendere i match più rapidi, ma sembra più un’esibizione che uno slam. Mettendolo la settimana prima che inizi il torneo, si toglie tutta la tradizione del misto. Oltre a correre il rischio che alcuni dei singolaristi preferiscano dedicarsi agli allenamenti piuttosto che a giocare. Insomma, al momento il giudizio è sospeso, vediamo come andrà”.

Quando l’esposizione mediatica viene preferita allo spettacolo

Un’accozzaglia di grandi nomi che giocheranno per non farsi male. Per far guadagnare agli sponsor milioni di dollari (oltre che ai giocatori che, giustamente, ricevono questi soldi) e per dare il classico contentino ad un pubblico che è sempre più alla ricerca del divertimento istantaneo, che non ha pazienza e non gode per lo spettacolo tradizionale che sa offrire il tennis.

Un pubblico sempre più televisivo, che passa un’ora e poi si stufa di ciò che sta vedendo. Un prodotto confezionato ad arte per chi, magari, il tennis lo vede solo quelle poche ore all’anno e non sa che esiste tutto un altro mondo rispetto ai nomi dorati che possiamo vedere nel tabellone di doppio misto.

Il paragone con il Mondiale per Club

Un paragone può essere il Mondiale per Club inaugurato quest’anno dalla Fifa. Una competizione ad inviti, totalmente priva di tradizione e di fascino per chi è abituato ai grandi palcoscenici mondiali. Una competizione che vuole cercare, comprando la partecipazione a suon di milioni delle squadre più blasonate, di vendere un prodotto in mercati ad oggi secondari per meri interessi finanziari. Tanto è vero che, tutto il torneo, si svolge negli Stati Uniti, non propriamente la patria del calcio.

La sovraesposizione mediatica e le parole di De Siervo Quello che sta uccidendo il calcio, ma in generale lo sport (e speriamo che il tennis non faccia la stessa fine con queste strategie che sembrano andare verso quella direzione) è la sovraesposizione mediatica di un prodotto tutto sommato modesto.

Ogni giorno, su ogni canale, possiamo vedere decine di partite in diretta di qualsiasi sport. Lo chiamano spezzatino per non chiamarlo con il suo vero nome: sovraesposizione mediatica. Il pubblico, alla lunga, si vorrà ribellare a questo e si porta al distacco totale dei giovani dallo sport.

Quindi è abbastanza inutile parlare della pirateria, citando le parole di Luigi De Siervo (amministratore delegato di Lega Serie A), per giustificare la mancanza di talento nei giovani d’oggi.

Iniziamo ricompattando il programma delle partite (di calcio la domenica e il doppio misto durante lo US Open per esempio). Diamo modo ai bambini di vivere la tradizione genuina dello sport, sapendo i giorni in cui si giocherà e quelli in cui ci si potrà distaccare da esso. Diamo il tempo di scegliere ai ragazzi cosa fare nel loro tempo libero, non cercando continuamente di tenerli attaccati alla televisione perché, per ragioni di palinsesto, dobbiamo proporre una partita in qualsiasi orario in qualsiasi giorno della settimana.