Il tennis è da sempre considerato uno degli sport più nobili e spettacolari, un duello individuale che esalta tecnica, tenacia e intelligenza strategica. Non tutto è oro, però, quel che luccica. Anche il mondo del tennis, infatti, è attraversato da correnti sommerse che minano la credibilità delle partite e dello sport in generale. Tra queste, una delle più pervasive e controverse è quella rappresentata dal mondo delle scommesse. Il fenomeno del betting, oggi parte integrante del panorama sportivo globale, ha raggiunto nel tennis dimensioni impressionanti, influenzando dinamiche economiche, comportamenti dei giocatori e persino l’integrità degli incontri.
Un business colossale
Le scommesse sportive sono un’industria multimiliardaria e il tennis ne è protagonista assoluto, secondo solo al calcio per volumi di denaro movimentato. La ragione di questo coinvolgimento è legata alla struttura stessa dello sport. Il tennis offre un calendario fitto, con tornei distribuiti in tutto il mondo quasi ogni settimana dell’anno. I circuiti ATP, WTA, Challenger e ITF mettono in scena migliaia di match ogni stagione, creando un flusso continuo di eventi su cui è possibile scommettere, spesso anche in diretta e su singoli punti, set o game.
Questa frammentazione degli eventi, unita alla diffusione delle piattaforme di scommesse online, ha trasformato il tennis in un terreno ideale per chi cerca guadagno attraverso il betting, legale o meno. A ciò si aggiunge la dimensione individuale dello sport: in una disciplina dove il risultato dipende da un singolo atleta, alterare l’esito di una partita risulta, almeno in teoria, più semplice rispetto a uno sport di squadra.
Il lato oscuro: vulnerabilità e rischi
Dietro alla popolarità e alla capillarità del tennis professionistico si celano numerose vulnerabilità. Le categorie più basse del circuito, come i tornei ITF e Challenger, spesso ospitano match che si disputano senza pubblico, senza copertura televisiva (ricordiamo che solo ITF M25, W50, W75 e W100 hanno copertura streaming su un massimo di quattro campi) e con montepremi irrisori. In queste condizioni, per molti giocatori, il tennis non rappresenta una reale fonte di sostentamento. Le spese per viaggi, allenamenti e fisioterapia superano spesso le entrate derivanti dalle vittorie. Questo squilibrio economico crea un ambiente fertile per la corruzione.
Non è raro che giovani atleti o giocatori fuori dalla top200 ricevano offerte in denaro per perdere un set, un game o anche solo un punto. In alcuni casi, non viene neppure chiesto loro di perdere il match, ma di influenzarne specifiche fasi, in modo da alterare gli esiti delle micro-scommesse. Queste manipolazioni, note come spot fixing, sono difficili da rilevare perché possono sembrare semplici errori tecnici o cali di concentrazione.
La pressione economica, l’anonimato dei tornei minori e la possibilità di influenzare scommesse in tempo reale rendono il tennis particolarmente esposto. Le conseguenze di questo sistema sono gravi: non solo si compromette l’integrità dello sport, ma si mette a rischio anche la carriera e la reputazione degli atleti coinvolti.
Casi emblematici e scandali
Negli ultimi anni, sono emersi numerosi casi che hanno acceso i riflettori sul legame tra tennis e combine. Tra i più noti figura quello dei tennisti italiani Daniele Bracciali e Potito Starace, coinvolti in un’indagine che li ha accusati di aver collaborato con gruppi di scommettitori per truccare risultati in tornei (l’attenzione si è soffermata nel primo turno dell’ATP500 di Barcellona nel 2011, quando Starace esce sconfitto per ritiro contro Gimeno-Traver). La vicenda, esplosa tra 2015 e 2016, ha avuto un impatto enorme sull’opinione pubblica e ha aperto un dibattito sulle reali possibilità di controllo da parte delle autorità sportive. Bracciali è stato sospeso a vita, con proibizione di presenziare in tornei ufficiali (oltre a una multa di 250.000€). Starace è stato squalificato per 10 anni con una multa di 100.000€.
Ancora più grave è stato il caso dell’egiziano Youssef Hossam, squalificato a vita nel 2020 per aver partecipato a un ampio schema di combine che coinvolgeva anche altri tennisti dal 2015 al 2019 (stessa sorte toccata al fratello nel 2018). Le indagini hanno rivelato una rete organizzata che puntava a manipolare risultati in tornei di basso livello, sfruttando la mancanza di controlli e la disponibilità economica degli intermediari. In molte altre occasioni, le anomalie sono state rilevate attraverso improvvisi e ingiustificati picchi di scommesse su partite marginali, spesso tra giocatori poco conosciuti. In questi casi, le piattaforme di betting hanno segnalato i comportamenti sospetti agli organismi preposti, ma l’accertamento di un illecito resta complesso.
Le contromisure delle autorità
Per rispondere a queste minacce, nel 2008 è stata creata la Tennis Integrity Unit (TIU), trasformata poi nella International Tennis Integrity Agency (ITIA). Questo organismo indipendente è incaricato di monitorare, investigare e punire i casi di corruzione legati alle scommesse. L’ITIA collabora con bookmakers, forze dell’ordine e società specializzate nella sicurezza informatica per identificare flussi di scommesse anomali e indagare sui comportamenti sospetti.
Oltre all’attività investigativa, l’agenzia svolge un’importante funzione educativa. A tutti i livelli, i tennisti e gli addetti ai lavori nei circuiti professionistici sono tenuti a frequentare corsi di formazione sull’integrità sportiva. In questi programmi si spiega cosa sia il matchfixing, quali siano le conseguenze legali e disciplinari e come riconoscere un tentativo di manipolazione.
Nonostante questi sforzi, la lotta alla corruzione nel tennis resta difficile. I metodi usati per organizzare le combine sono sempre più sofisticati, grazie all’uso di dispositivi criptati, pagamenti in criptovalute e contatti attraverso il dark web. Il contrasto richiede risorse, cooperazione internazionale e una vigilanza costante.
Sponsorizzazioni e ambiguità
Una zona grigia del rapporto tra tennis e betting è rappresentata dalle sponsorizzazioni. Diverse aziende di scommesse sportive sponsorizzano tornei, circuiti minori e, in alcuni casi, persino singoli atleti. Se da un lato questi accordi forniscono fondi essenziali per il funzionamento di molte competizioni, dall’altro pongono un problema etico non trascurabile.
Il confine tra legittima promozione e conflitto d’interessi diventa labile quando un torneo ufficiale è sponsorizzato da un sito di scommesse, mentre nello stesso evento si verificano anomalie nel comportamento dei giocatori o nei flussi di puntate. Alcune federazioni pongono dei limiti, ma in generale manca una regolamentazione uniforme a livello internazionale.
Il ruolo della tecnologia
La tecnologia rappresenta un’arma a doppio taglio. Da una parte, ha reso possibili forme di sorveglianza estremamente efficaci. Alcuni algoritmi, basati su intelligenza artificiale, analizzano milioni di dati relativi ai match, confrontando statistiche in tempo reale con i flussi di scommesse. In questo modo, è possibile individuare con maggiore precisione partite potenzialmente truccate.
Dall’altra parte, la stessa tecnologia consente a chi intende manipolare i match di agire in modo più sofisticato. L’uso di chat criptate, account fittizi e valute digitali ha complicato enormemente il lavoro degli investigatori. Le reti criminali sono spesso transnazionali e operano con logiche che vanno ben oltre il mondo dello sport.
Le sfide future
Il contrasto al peso del betting nel tennis richiede un approccio integrato. Una delle misure più urgenti è l’aumento dei premi nei tornei minori. Offrire condizioni economiche più dignitose ai giocatori che militano fuori dalla top100 potrebbe ridurre la loro vulnerabilità alle pressioni esterne. Allo stesso tempo, è fondamentale migliorare la trasparenza nei rapporti tra circuiti e sponsor del betting, definendo limiti chiari e codici etici condivisi.
La cultura sportiva va rafforzata anche a livello giovanile. Educare i tennisti fin dai primi anni della loro carriera professionistica a riconoscere i rischi delle scommesse e a denunciare eventuali contatti illeciti è un passo essenziale per preservare l’integrità del tennis.